Nasce dall’Italia, e più precisamente dall’ANIAD – Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici - l’iniziativa di poter modificare l’attuale normativa che riguarda gli atleti con diabete che utilizzano l’insulina. Quest’ultima è considerata, infatti, un farmaco dopante e quindi ne è vietato l’uso agli atleti. Le persone con diabete insulino trattate, che svolgono attività sportiva anche non professionistica, ma che sono regolarmente affiliate ad una Federazione Nazionale o Ente di Promozione Sportiva riconosciuta dal CONI, devono richiedere, dunque, un particolare certificato di esenzione (TUEC).
Il processo per tale certificazione - oltre che complesso - determina dei costi a carico degli atleti con diabete ed è inoltre ridondante, perché va rinnovato a distanza di qualche anno.
In più di un’occasione ANIAD ha segnalato l’esigenza di poter revisionare il percorso di certificazione in un’ottica di semplificazione dello stesso, appellandosi al fatto che per ottenere l’esenzione basterebbe la documentazione prodotta da un diabetologo in quanto espressione della Struttura Sanitaria Pubblica.
Purtroppo, essendo la materia competenza del WADA (l’Organizzazione che si occupa di Antidoping a livello mondiale), gli stessi NADO – CONI essendo subalterni ad esso per lo specifico argomento, sono impossibilitati ad introdurre le modifiche auspicate.
In tale contesto si colloca pertanto l’iniziativa intrapresa dall’ANIAD, ovvero interessare l’IDF affinché possa creare le condizioni per portare sul “tavolo” internazionale la materia promuovendo un’azione verso il WADA per la derubricazione dell’attuale normativa.
Lo scorso 5 dicembre, nel corso del Congresso IDF svoltosi a Busan in Corea, è stato così possibile presentare un poster contenente le considerazioni dell’Associazione soprattutto alla luce della organizzazione del nostro Sistema Sanitario pubblico.